Il coronavirus ha colpito i più fragili. A subirne le conseguenze in particolare i disabili che hanno perso fette di autonomia e assistenza. Ma come si riparte? Lo abbiamo chiesto a Patrizia Frilli, presidente del Cui, ma soprattutto oltre trent’anni di esperienza nei servizi di assistenza e tutela delle disabilità.
“Non sarà una passeggiata. I centri diurni non avranno le stesse caratteristiche che avevano prima. Dovranno attrezzarsi per mettere tutti in sicurezza utenti e personale. Con alcuni utenti l’impresa sarà difficile poiché alcuni disabili non tollereranno le mascherine ed il distanziamento fra persone. Le presenze ai centri saranno ridotte a piccoli gruppi con turnazioni sia nel mattino che neI pomeriggio”.
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